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Line of duty
Badiucao, Gianluca Costantini
Prometeo Gallery Ida Pisani
Badiucao | Gianluca Costantini
Line of Duty
Testo critico di Elettra Stamboulis
Immaginari di resistenza in difesa dei diritti umani
Inaugurazione: 26 gennaio 2023, ore 18:00
27 gennaio – 09 marzo 2023
Da giovedì 26 gennaio 2023 gli spazi di Prometeo Gallery Ida Pisani presentano Line of Duty: doppia personale degli artisti Badiucao (Cina, 1986) e Gianluca Costantini (Ravenna, 1971). Il progetto espositivo si configura come il naturale proseguimento di un dialogo tra due artisti geograficamente lontani, eppure prossimi per vocazione e linguaggio, accomunati da uno sguardo sempre pronto a confrontarsi con le contraddizioni sociali e geopolitiche del presente. Non è un caso che Badiucao e Costantini si siano conosciuti su Twitter, condividendo uno spazio ‘altro’ che, in un tempo in cui i confini si rafforzano e le disuguaglianze aumentano, ha la possibilità di creare delle fessure: spiragli di libertà espressiva in cui la militanza politica può condensarsi in parole e immagini che, come in una grande Piazza globale, circolano da mano a mano e di schermo in schermo, facendo germogliare una consapevolezza condivisa. Intesa in questo modo, la mostra Line of Duty è allora anch’essa una fessura: uno spazio di possibilità in cui è la linea - quella che traccia decisa i corpi migranti nei disegni di Costantini e che plasma l’amara ironia pop delle opere di Badiucao - a costruire immagini a metà tra la testimonianza e il simbolo: nuovi framework del presente in cui l’aderenza del cronista incontra la traduzione estetica dell’artista militante. In questo intreccio biografia e ricerca artistica si richiamano reciprocamente: la vicenda Badiucao è già scritta nel suo nome - alias nato per mantenere l’anonimato anche a Melbourne, dove l’artista vive e lavora in esilio volontario, a distanza dalla censura dell’apparato del Partito Comunista Cinese - mentre Costantini ha incontrato anche l’establishment del presidente turco Erdoğan, che ha emesso una condanna contro di lui per "terrorismo" per i suoi disegni dopo il tentativo fallito di golpe nel 2016.
Se il primo opera una critica diretta all’apparato repressivo del suo paese natio, attraverso un linguaggio teso tra la parodia e l’inquietudine, il secondo utilizza il disegno come momento di sintesi: il tentativo ripetuto e riuscito di creare figure iconiche a partire dalle sagome vittime della cronaca globale, che per esempio è diventata oggetto di azione politica con la sagoma di Patrick Zaki o con i disegni a sostegno della rivolta iraniana. Emerge quindi un’altra risonanza tra Badiucao e Costantini: l’urgenza condivisa di utilizzare la pratica artistica come mezzo di rivelazione estetica e azione diretta in difesa dei diritti umani, soprattutto in un momento storico affannato dalla sovrapproduzione e saturazione dello spazio informativo dove i nomi, le voci e i corpi degli esclusi rischiano di rimanere invisibili.
La mostra Line of Duty segna, infine, la traccia iniziale di una grande domanda: quale risonanza può avere l’arte nel complesso intreccio tra potere geopolitico e disuguaglianze sociali? Le opere-vite di Badiucao e Costantini aprono la strada creando immaginari di resistenza: linee visive ma anche simboliche, che come delle faglie fanno breccia nel muro della violenza globalizzata e nelle meccaniche del potere consolidato.