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ZEHRA DOĞAN MATTEO MAURO
Testo critico di
Rischa Paterlini
Domenico De Chirico
Inaugurazione 14.11.2024 ore 18.00
15.11.2024 - 14.01.2025
Via G. Ventura, 6
20134 Milano
Rischa Paterlini
Domenico De Chirico
Inaugurazione 14.11.2024 ore 18.00
15.11.2024 - 14.01.2025
Via G. Ventura, 6
20134 Milano
Il 23 giugno dalle 10.30 prenderà vita l’edizione di RAVE 2024, che si articola con l’inaugurazione della collettiva Sotto lo stesso albero all’interno della quale si inserisce la residenza di ricerca dell’artista Camilla Alberti.
La mostra si radica fisicamente nel borgo storico di Soleschiano di Manzano, tra le antiche case di pietra e le piante secolari.
Le artiste e gli artisti partecipanti sono: Camilla Alberti, Antonio Bardino, Luchezar Boyadjiev, Loretta Cappanera, Simona Da Pozzo, Igor Grubić, Ilare, Ryts Monet, Liliana Moro, Ivan Moudov, Maria Elisabetta Novello, Penzo+Fiore, Anna Pontel, Fabiola Porchi, Laura Pozzar, Nada Prlja, Janis Rafa, Eleonora Rinaldi, Giuseppe Stampone.
La mostra si sviluppa a partire dalla condivisione di spazio e tempo con gli animali e gli alberi salvati e ospitati a RAVE, indagando le teorie postumane e antispeciste contemporanee. Le opere, alcune già parte della collezione RAVE, attraversano le urgenze del nostro tempo, dalle emergenze ambientali alla necessità di ripensarci come individui e come specie in relazione al resto dei viventi tramite sguardi di coesistenza.
Decostruire gli assi prospettici dominanti risulta un esercizio complesso per la moltitudine di immaginari che attraversa. Proprio per questo la mostra si articola in modo vitale mediante l’uso di diversi media e la partecipazione di artiste e artisti con percorsi e processualità differenti. Le opere saranno visibili in diversi luoghi del borgo fino a settembre.
[...]
Alle 18.30 avrà luogo la tavola rotonda a partire dalla ricerca che l’artista Camilla Alberti inizierà a RAVE, sul tema della stregoneria come attivismo: possono lo studio di rituali, pratiche magiche, strumenti, talismani, narrazioni, costituirsi come controprocessi capaci di costruire un immaginario solido ed efficace per riemergere dalla fossa dell’antropocentrismo?
Alla tavola rotonda parteciperanno l’artista in residenza Camilla Alberti, l’antropologa Erika Di Bortolo Mel, il filosofo Leonardo Caffo e le curatrici Eva Comuzzi, Martina Macchia e Susanna Ravelli. Introdurrà l’evento l’artista cofondatrice RAVE Isabella Pers.
[...]
a cura di Ilaria Bernardi
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
20 giugno – 13 ottobre 2024
Mostra co-organizzata e co-prodotta da Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Associazione Genesi, nell’ambito della terza edizione di Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani promosso dalla medesima associazione.
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, da 20 giugno al 13 ottobre 2024, presenta Il peut pleurer du ciel, la mostra personale di Binta Diaw (Milano, 1995), curata da Ilaria Bernardi, co-organizzata e co-prodotta da Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Associazione Genesi.
Il progetto è concepito come un’immersione multisensoriale che affronta la complessa questione della migrazione e della sua storia tra due continenti: Africa ed Europa. Urgente questione politica ed economica attuale, la migrazione è anche un tema filosofico profondo in cui si intrecciano identità, patrimonio culturale e immaginazione.
Fin dagli inizi della sua ricerca artistica, Binta Diaw si interessa dei movimenti dei popoli nel corso del tempo, siano essi volontari o forzati, ufficiali o non ufficiali. Approfondisce, in particolare, la nozione di diaspora che connota anche il corso della sua stessa esistenza, essendo italiana di nascita ma nata da genitori senegalesi emigrati in Italia. Al di là del tema delle origini e del ri-radicamento che lo spostamento fisico e simbolico di una vita umana solleva, l’idea di diaspora è da lei sviluppata anche come il momento in cui “si cerca di essere molti esseri allo stesso tempo”; in altre parole”, mutuando ancora le parole di Edouard Glissant “ogni diaspora è il passaggio dall’unità alla molteplicità”. Da qui l’interesse di Diaw per la lunga storia migratoria e diasporica dell’Africa, intesa come punto di partenza, ma anche come territorio connaturato dalla cosiddetta “vocazione africana ad andare altrove”.
Per la tappa di Progetto Genesi alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Binta Diaw crea un’installazione immersiva che affronta il tema della migrazione in modo non convenzionale e lontano dai comuni cliché sull’argomento così come da una lettura politica del tema, per invece condurci verso il racconto della sensibilità del corpo umano migrante nei suoi legami con la natura e con la cultura che lo circonda.
Un video, concepito come una meditazione visiva sull’oceano, è proiettato sulla parete di fondo della sala. La telecamera si focalizza sull’acqua del mare e sulle onde che si formano al largo. Sullo sfondo appare in lontananza Lampedusa, terra di fantasie e ostilità al crocevia di due mondi che faticano a comprendersi. Nell’acqua appaiono invece masse scure, forme rettangolari e allineate che fluttuano contro il vento e le maree. Queste forme sono stuoie di terra attraverso le quali l’artista evoca la ricchezza semantica dell’espressione «questa è la mia terra», facendo riferimento alla terra che scegliamo per noi stessi, oppure quella che ci viene imposta, con particolare riferimento alla storia dell’Africa e alla sua storia coloniale.
Al suolo, due grandi teli in plastica che rinviano al tappeto nel video ma al contempo all’inquinamento delle acque, accolgono numerose piccole sculture, tra loro identiche, fatte con la terra, a evocare l’attitudine occidentale a considerare identici, puri numeri, i migranti che arrivano sulle coste europee.
Spiega l’artista: “Il tappeto, da sempre legato in alcune culture a concetti quali quello di ospitalità e spiritualità, in questa installazione diviene una metafora del corpo migrante, del corpo in movimento da un luogo all’altro, da uno stato fisico ma anche mentale, a un altro. L’installazione è concepita come un’immersione multisensoriale che affronta la complessa questione della migrazione e della sua storia tra due continenti: Africa ed Europa. Urgente questione politica ed economica attuale, la migrazione è anche un tema filosofico profondo in cui si intrecciano identità, patrimonio culturale e immaginazione”.
La mostra è accompagnata da una monografia sull’artista, curata da Ilaria Bernardi, edita da Silvana Editoriale e prodotta dall’Associazione Genesi. Il volume fornisce la prima ricognizione dell’intera sua ricerca attraverso una cronologia ragionata delle opere da lei realizzate fino a oggi.
L’esposizione si svolge nell’ambito della terza edizione di Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani, promosso dall’Associazione Genesi dal settembre 2021. Si tratta di un progetto interdisciplinare e inclusivo, in edizioni annuali, a cura di Ilaria Bernardi, che coniuga momenti espositivi ed educativi di volta in volta differenti, con l’obiettivo di fornire un’educazione permanente in tema di diritti umani. L’idea da cui origina la concezione di Progetto Genesi è che l’arte contemporanea possa assumere il ruolo di ambasciatrice dei diritti umani. Concepito come itinerante, per radicalità di impegno, vastità di orizzonti e ampiezza del ventaglio di iniziative che lo compongono, rappresenta un vero e proprio unicum nel sistema dell’arte contemporanea, non solo italiano.
Al fine di ampliare l’attenzione sull’importante progetto espositivo di Binta Diaw negli spazi della Fondazione Re Rebaudengo, la Fondazione ha voluto attivare un percorso di avvicinamento ad esso attraverso due diversi momenti, entrambi curati dal curatore della Fondazione Bernardo Follini: la realizzazione di un billboard al Parco d’Arte Sandretto Re Rebaudengo di Guarene, raffigurante uno dei lavori dalla serie dei Paysages Corporels, inaugurato il 18 maggio; e una mostra ad Alba, al Palazzo Banca d’Alba, inaugurata il 14 giugno, che presenta alcuni nuclei centrali del lavoro dell’artista, spaziando dal medium fotografico, al video, all’installazione.
DESCOLONICEMOS EL MUNDO
Solo Show
15.06.2024 — 29.09.2024
Performance: 13.06.2024
CENTRE D’ART LA PANERA, Lleida
A cura di Semíramis González
FRUTA AMARGA Performance:
Giovedì 13 giugno, dalle 00.00 alle 07.00
Ramon Berenguer IV Square (piazza della stazione ferroviaria di Lleida-Pirineus)
“Decolonizziamo il mondo” traccia un percorso concettuale attraverso il lavoro di Galindo con uno sguardo decoloniale su opere diverse, enunciando se stesso da un paese che ha vissuto la colonizzazione. Con opere dell'inizio del XXI secolo e persino una performance specifica concepita per questa mostra, Fruta amarga (che denuncia la situazione di vulnerabilità dei lavoratori stagionali che raccolgono la frutta a Lleida, per lo più migranti), “Decolonizziamo il mondo” mette in discussione il modo in cui la narrazione ufficiale dell'Occidente, e in particolare dell'Europa e degli Stati Uniti, è stata costruita sulle basi dello sfruttamento dei cosiddetti “Paesi del Sud globale”.
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Essere Paesaggio
Solo Show
14.06.2024 - 14.07.2024
Palazzo Banca d’Alba
Via Camillo Benso Conte di Cavour, 4, Alba CN
Orari: venerdì: 15:00 - 19:00, sabato e domenica 10:00 -13:00 e 15:00 - 19:00
A cura di Bernardo Follini
Mostra organizzata dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in collaborazione con Associazione Genesi
La mostra presenta un nucleo di lavori rappresentativi della ricerca di Binta Diaw sulla relazione tra il corpo e il paesaggio. La connessione tra corpo, identità e contesto naturale costituisce per l’artista la possibilità di indagare i processi politici e sociali sottesi ai temi della memoria, della discendenza e dell’appartenenza, allargando sempre il campo dell’esperienza da singolare a collettiva. La selezione di opere in mostra ripercorre differenti momenti della produzione artistica di Diaw, dal 2019 a oggi, a partire dal medium fotografico con la serie “Paysage Corporels” (2019 – in corso), per arrivare al video, “Essere Corpo” (2019), e all’installazione, con “Reeni Yakar – les racines de l’espoir” (2022).
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t3rza terra
Group Show
26.05.2024 - 31.12.2024
Villa Manin, Passariano di Codroipo, Udine
A cura di Guido Comis e Paolo Naldini
In collaborazione con il comitato curatoriale di Unidee Residency Programs: Juan E. Sandoval, Andy Abbott, Alessandra Saviotti e Beatrice Catanzaro.
Alcune tra le opere più importanti del maestro Michelangelo Pistoletto, uno dei più celebri artisti italiani, tra cui Quadri specchianti, Venere degli stracci, Sfera di giornali, il Metro cubo d’infinito, entreranno in dialogo con le creazioni di artisti provenienti dalla regione, dall’Italia e dall’estero, invitati a confrontarsi attraverso il proprio lavoro con le istanze di trasformazione etica e sociale proprie dell’opera del maestro.
Sarà questo il cuore della mostra “Terza Terra” che trasformerà Villa Manin in una nuova tappa di Cittadellarte, la cittadella ampia come un piccolo paese cui Pistoletto ha dato vita a Biella, la sua città natale.
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RIPETTA 222
Group Show
22.05.2024 - 25.05.2024
Mercoledì 22 maggio 2024
Ore 12:30 – Tiziana Pers
ABARoma, Via di Ripetta 222, Roma
Ripetta 222 coinvolge artisti italiani e internazionali e si svolge nello storico edificio di Via di Ripetta, sede centrale dell’Accademia di Belle Arti di Roma, che ha una lunghissima storia da raccontare. Con questo progetto le sue mura diventano protagoniste della ricerca degli artisti, che hanno scelto personalmente gli spazi dove realizzare le loro performance, prendendo ispirazione dal romanzo di Thomas Mann I Buddenbrook, dove la storia di una famiglia ottocentesca viene narrata attraverso la storica dimora della stirpe.
Per portare avanti la loro narrazione alcuni artisti hanno consultato gli archivi storici, per altri la suggestione è nata dalla particolarità degli ambienti interni, dalle grandi sale connotate da imponenti sculture alle aule più piccole.
Ripetta 222 propone un fitto programma che prevede quattordici performance in quattro giorni, con cambi di scenario continui e tutti gli artisti presenti negli spazi di Via Ripetta.
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