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08/03/2022
In una data significativa, martedì 8 Marzo 2022 (dalle ore 17.00), Prometeo Gallery Ida Pisani – via Ventura 6, Milano, organizza un evento di chiusura della mostra di Zehra Doğan Prigione n°5, presentando il volume Avremo anche noi dei bei giorni edito da Fandango Libri.
Ospiti dell’evento: la curatrice della mostra Elettra Stamboulis e una storica firma degli Esteri del Corriere della Sera, Marta Serafini, esperta di terrorismo e relazioni internazionali.
Avremo anche noi dei bei giorni raccoglie le lettere che l'artista e giornalista Zehra Doğan ha spedito, durante gli ultimi 600 giorni di carcere, a Naz Öke, attivista turca che a Parigi anima il sito di informazione Kedistan, per la libertà d’espressione.
Naz ha iniziato a scrivere a Zehra il 15 giugno 2017, pochi giorni dopo l’arresto definitivo di quest’ultima con l’accusa di propaganda terroristica (avvenuto il 12.6.2017), a seguito del quale l’artista è stata condotta nella prigione di Diyarbakir (Turchia).
Pur non essendosi mai incontrate, tra le due donne è nata un’amicizia profonda. Nelle righe iniziali della sua prima lettera, infatti, Naz comunica a Zehra: "da due giorni cerco di scriverti, poi rileggo e riprendo da capo. Il 12 giugno sembra che delle nuvole nere siano cadute dal cielo sopra di noi”.
Come tuttavia ricorda il titolo del volume edito da Fandango Libri, che raccoglie l’epistolario, la speranza non si è mai spenta nell’animo della giovane artista curda. Durante questi mesi di detenzione Zehra ha strenuamente continuato a creare, organizzando un “atelier di pittura” con le sue co-detenute, grazie a pennelli realizzati con piume d’uccello annodate con i suoi capelli, e dipingendo su abiti e lenzuola utilizzando fluidi e materiali organici, come resti di cibo e sangue mestruale.
Fino alla sua liberazione -avvenuta il 14 febbraio 2019 dalla prigione di Tarsus-, Naz ha inviato più di cento lettere a Zehra.
A ripercorrere l’esperienza di detenzione dell’artista, che ha ricevuto la solidarietà del mondo della cultura internazionale – da Banksy ad Ai Weiwei a Riccardo Muti, dalla Tate di Londra al Drawing Center di New York al Gorki Theater di Berlino –, sarà Elettra Stamboulis, curatrice della seconda mostra personale dell’artista presso Prometeo Gallery, dal titolo “Prigione n°5”. Queste lettere, annota la Stamboulis, sono scritte in turco per renderle comprensibili all’amica Naz, quindi: «Scritte nella lingua dell'oppressore, la lingua della scuola, che ti impone di dimenticare chi sei, come spesso Zehra ha raccontato negli incontri con il pubblico dopo la sua liberazione». Infine, a inserire il volume e l’epopea della Doğan in un contesto internazionale, sarà l’altra ospite dell’evento conclusivo: la giornalista del Corriere della Sera Marta Serafini.
Il finissage è a ingresso libero (nel rispetto della normativa sanitaria vigente) e si svolgerà nelle sale della galleria che ospitano le lettere originali di Naz Oke e le risposte di Zehra dal carcere, sotto forma di scrittura e disegno.