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07/05/2022
Un albero venuto da lontano spunta accanto all’aula magna dell’università. Succede a Reggio Emilia. A Fotografia Europea, Circuito Off 2022, l’ateneo di Modena e Reggio evoca un mondo attraverso le radici e i rami di una pianta in cui il “sacro” accademico diventa “sacro” di popoli. Immagini, voci, canti, memoria che si propone come progetti di vita migliore.
Segnali dalla terra del rimorso: Comunità resilienti è l’installazione ideata dal pittore-performer Dim Sampaio, brasiliano-bolognese, da Sara Uboldi e Federico Montanari di Unimore, con la sonorizzazione di artisti come l’imolese Fabrizio Rivola e il “ravennate” Petar Stanovic.Inaugura sabato 7 alle 15 all’l’ex Caserma Zucchi- Palazzo Dossetti, a fianco dell’aula Magna. L’albero-scultura parlante sorgerà fino al termine della grande rassegna reggiana dedicata alla fotografia, il 15 maggio.
Nasce da una collaborazione tra il Dipartimento di Comunicazione ed Economia di Modena e Reggio Emilia e il Dipartimento di Scienze storiche e Beni culturali di Siena.
E’ antropologia e arte sul campo, anzi sull’albero. La storia e la progettualità futura sorgono, spuntano, pendono, danzano dalla pianta. Nell’opera di Dim Sampaio immagini di antichi rituali sopravvissuti, di rovine che raccontano il territorio e la storia del passato si intrecciano a radici ancorate alla terra, alle rovine, testimonianze e vestigia del passato. “L’albero diviene metafora della forza delle comunità che, senza perdere la consapevolezza delle proprie origini, si aprono al mondo e all’altro”.
E’ il senso delle Comunità resilienti, che nella difesa ambientale cercano vie nuove. Una specie di “Laudato Sì” di Francesco, il santo e il Papa, portato nei templi della cultura e della modernità della Padania.
Il titolo richiama il grande antropologo Ernesto De Martino e il suo libro “La terra del rimorso”, 1959, in cui cercava di capire i residui di arcaiche forme religiose nelle società tradizionali del Sud Italia, ponendo insieme anche la questione delle forme di resistenza culturale e le proiezioni dentro la modernità.
Sampaio lavora su una piattaforma multimediale di foto e video dei territori, partendo dalle mappe, attraverso la loro proiezione su schermo e seguendo collegamenti narrativi tra esperienze, voci, vissuti, pratiche ancestrali, crisi e trasformazioni.
Il sud come metafora e realtà. Fabrizio Rivola e Petar Stanovic restituiscono il paesaggio sonoro: canti, preghiere, proverbi dialetti divengono patrimonio dell’umanità da trasmettere alle nuove generazioni.
L’iniziativa è un’opera collettiva di artisti e popolazioni, compresa l’associazione Via Roma 0 di Reggio Emilia, collegata al progetto “CULTURA, BENESSERE E SALUTE” sviluppato dalle università in rete con Palazzo Magnani, Fondazione Nazionale Danza Aterballetto, Archivio di Stato di Modena, Biblioteca Panizzi.