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TRES ACCIONES
Regina José Galindo
Luogo 1: 7 Luglio 2007, ore 19:00. Chiesa di San Matteo. Lucca
Luogo 2: 10 Luglio, 19:00. Prometeogallery di Ida Pisani. Milano
Luogo 3: 12 Luglio, 19:00 Spazio Volume. Roma
Testo critico di Marco Scotini
Due anni dopo l’assegnazione del Leone d’Oro per la sua partecipazione alla Biennale di Venezia, Regina José Galindo torna in Italia per un’esposizione in tre tappe. Tre diverse azioni in tre differenti sedi, in tre momenti successivi ma secondo un’unica strategia d’intervento. Quella continua messa in gioco, cioè, del proprio corpo che ha reso nota l’artista guatemalteca attraverso una serie di azioni performative irriverenti e sempre a rischio. La chiesa di San Matteo a Lucca prima, poi la prometeogallery di Ida Pisani e infine la Fondazione Volume! di Roma sono, volta a volta, gli spazi coinvolti in questa nuova occasione.
Incatenato, ingessato, rinchiuso, forzatamente immobilizzato, privato della propria libertà, completamente rasato, escluso dai rapporti sociali o paralizzato, ogni volta, il corpo della Galindo è il teatro di un conflitto permanente che se da un lato testimonia i rapporti di forza in un contesto locale come è il Guatemala, dall’altro denuncia la condizione globale attuale a cui è sottoposta la nuda vita.
Di “corpo politicamente scorretto” ha parlato Rosina Cazali a proposito delle performances di Regina José Galindo. Molti ne hanno invece sottolineato derivazioni e assonanze con le pratiche performative degli anni Sessanta e Settanta che hanno visto come soggetto il corpo dell’autore: dall’azionismo viennese alla body art e al femminismo. C’è anche chi ha parlato di “scultura sociale” in senso beuysiano. Ma, per prima cosa, il corpo che è al centro delle azioni di Regina José Galindo è un corpo preindividuale. E’ un corpo “docile” da disciplinare, un corpo da curare, da preservare, da educare, da sorvegliare, da isolare. Ma nello stesso tempo è un corpo che recalcitra all’obbedienza, che è inscritto nello spazio e nel tempo storico-sociale, che rivendica e protesta.
Anche in occasione delle tre esposizioni italiane a Roma, a Lucca e Milano, Galindo ritorna con azioni di forte impatto su temi come sistema di controllo e strategie disciplinari, aprendo una riflessione più vasta sul rapporto tra vittima e carnefice, tra forte e debole, tra esistenza e politica, tra libertà individuale e controllo sociale, tra natura e diritto. O meglio, sulla implicazione crescente della vita dell’uomo nei meccanismi del potere e sulle sempre più labili frontiere politiche tra morte e vita.