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TRASFIGURAZIONE. CARNE, PULSIONE, COLORE
Dim Sampaio
Inaugurazione 14.11.2019 ore 19.00
15.11.2019 - 10.01.2020
Milano: Via G. Ventura 6
Giovedì 14 novembre, alle ore 19.00, Prometeogallery di Ida Pisani inaugura la prima personale di Dim Sampaio (1975, Sitio Novo, Brasile) negli spazi della galleria di Milano, in Via Giovanni Ventu- ra 6, dando voce a una rabbia pensante attraverso una figurazione ostinata e capace di innescare riflessioni e di suggerire domande.
Trasfigurazione. Carne, pulsione, colore è il titolo della mostra, intensa, dinamica e furente, che ha origine - come la ricerca dell’artista - intorno all’epifania della figura che irrompe veemente sulle tele. L’umanità che Sampaio ricava dai versamenti cromatici, costruendone i lineamenti senza mai perdere il dato dell’immediatezza e anzi conservando l’ambiguità iconografica, è feroce e fragile, è scatenata nei tormenti ed è sempre evocata in uno stato ambiguo e singolare, sospeso tra l’emer- gere condensandosi e lo scomparire dissolvendosi. Le sue figure, che non indossano abiti ricono- scibili e fuoriescono dal colore in parte informi in parte fortemente espressive, combattono, soggia- ciono, si scontrano, danzano, gesticolano, piangono, si amano, leggono, gridano, si aggirano, sie- dono, negano qualunque possibile collocazione nello spazio-tempo, e appaiono come energie sconosciute eppure compromesse con il nostro destino e la nostra memoria.
Come una sorta di ritorno al rimosso che si manifesta con l’accumulo e il dispendio di un’energia che è al contempo psichica, esistenziale, tecnica e fisica, la pittura dichiaratamente trasfigurale di Dim Sampaio esprime l’urgenza di suscitare e visualizzare archetipi mai estinti. Ne percepiamo la valenza catartica con cui trascina l’osservatore in un flusso di coscienza liberatorio perché segua l’onda delle pulsioni e ritrovi qualcosa di sé nel gesto sulle tele. Ma anche la tensione etica e l’aspi- razione morale sono componenti che la contraddistinguono. Le opere di Sampaio urlano forte per scatenare energie vitali attraverso un linguaggio segnico, frutto di un imperativo categorico. L’iper- bole del gesto scatena reazioni calcolate e dirette a colpire il perbenismo, il conformismo, il politi- cally correct, l’ipocrisia e la cultura dell’apparenza, spettri quotidiani della nostra contemporaneità.
Le opere in mostra sono grovigli di segni vibranti, intricati e precisi, che producono e rintracciano le complicate topografie della vita. La selezione nasce da un’accorata consapevolezza storica che diviene immediatamente sofferenza autobiografica. Operando come un big-bang di esplosioni e implosioni, dove la potenza dei colori vivi e fluidi tracima e invade la superficie, rivelando spessori e fragilità e costruendo i presupposti spazio-temporali per un universo spasmodico di forze e pul- sioni, ciascun lavoro concorre a una coerente meditazione sul linguaggio della pittura. Medium di un pensiero profondo e ragionato, capace di filtrare le pulsioni e restituirle sulle tele con un sapien- te e consapevole controllo della materia, intriso di visionarietà.