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Ser y durar
Democracia
Inaugurazione / Giovedì 15 Settembre 2011 / Ore 19
16 Settembre – 18 Ottobre 2011
prometeogallery di Ida Pisani / Via G. Ventura 3 / 20134 Milano
Prometeogallery di Ida Pisani è lieta di presentare la seconda personale del duo di artisti spagnoli DEMOCRACIA (Pablo España e Iván López), la prima presso la galleria di Milano. In mostra il progetto del 2011 dal titolo Ser y Durar, che ha come punto di partenza la registrazione di una sessione di parkour all’interno della sezione acattolica del cimitero dell’Almudena a Madrid. Il parkour è una disciplina metropolitana nata in Francia all’inizio degli anni ‘80; consiste nel superare qualsiasi genere di ostacolo all’interno di un percorso adattando il proprio corpo all’ambiente circostante. Per realizzare l’azione sono stati stabiliti un punto di partenza e un punto di arrivo all’interno del cimitero ed è stato chiesto a un gruppo di praticanti della disciplina di coprire il percorso tra i due punti. Dal momento che all’interno del parkour non è ammessa la competizione, i traceurs (coloro che praticano il parkour) si riuniscono lungo il percorso per discutere della tecnica, del tracciato effettuato e delle sue caratteristiche, dal momento che ognuno lo percorre in maniera personale.
Ser y durar dal francese Être et durer, è il motto del parkour; esso deriva da una frase usata con la stessa funzione nel Metodo Naturale di Hébert “Être fort pour être utile”, “Essere forti per essere utili”. Nel cimitero sono sepolti, tra gli altri, alcuni presidenti della Prima Repubblica spagnola, leader socialisti e comunisti, filosofi e anche l’artista tedesco Wolf Vostell.
Alcune interpretazioni del parkour ne evidenziano una connessione con la psicogeografia situazionista, per la quale il cittadino, invece di essere prigioniero della routine quotidiana, guarda al contesto urbano con un approccio radicalmente nuovo. Il parkour ricrea un’architettura in grado di asservire alle proprie necessità, non si interessa alla sua funzione e al suo contenuto ideologico ma, in una sorta di deriva situazionista, pianifica qualcosa di nuovo per la città. Da questo punto di vista la disciplina può essere vista come una guerriglia urbana che nel contesto della società dei consumi utilizza una tecnica di origine militare come strumento per la pratica critica urbana.
Un altro aspetto importante del parkour è la sua relazione col tempo. Il traceur infatti nega la visione storica della città, partendo da una memoria quotidiana, elaborata a partire dal proprio percorso. L’intenzione degli artisti è di attivare una sorta di monumento in negativo – a causa del suo carattere effimero – in cui vengono presentati contemporaneamente una pratica critica della cultura urbana e la memoria di coloro che, all’interno di eserciti, organizzazioni sociali e politiche, aspirarono a un’utopia.
Siamo messi di fronte a una scansione psicogeografica dello spazio in questione, che stabilisce una tensione tra la mobilità della pratica del parkour e l’immobolità della necropoli, i sogni di progresso sociale di cui rimane traccia nelle lapidi e una pratica popolare contemporanea che nulla ha a che vedere con i tempi di una rivoluzione rimasta incompiuta.
Il progetto fa parte di una trilogia incentrata sulla città di Madrid in cui sono messi in relazione luoghi di importanza sociale, simbolica e storica con la cultura contemporanea. In mostra assieme al video una serie di fotografie in bianco e nero che raffigurano alcune delle lapidi di importanti personaggi, limitando spesso l’inquadratura agli epitaffi scelti per la loro sepoltura.