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Passione Cola Passione Scorre
Iva Lulashi
Testi di Cristina Masturzo e Antonio Grulli
23 marzo - 10 maggio 2021
Prometeo Gallery Ida Pisani - Via Ventura 6, 20134 Milano
Il 23 marzo 2021, nella sede di Prometeo Gallery Ida Pisani (in via Ventura 6, Milano), si apre Passione cola passione scorre, il nuovo solo show di Iva Lulashi con opere recenti e inedite. Dopo Eroticommunism del 2018 e la bi-personale Vicino Altrove del 2020 (insieme a Regina José Galindo), torna nella sede milanese della galleria la pittura seducente dell’artista nata a Tirana nel 1988.
Il titolo della rassegna ricalca un telegramma di Mario Schifano, in risposta alla domanda dell’amico Corrado Levi, su cosa fosse per lui la passione bruciante. La citazione completa di Schifano, nel continuum linguistico del telegramma, appare come un flusso di coscienza sulla tematica: “Passione cola passione scorre da sempre inutile resistere lasciarsi andare e godersela e poi torna presto ne troverai anche in Italia tuo Mario” (cit. da Corrado Levi, Diari di qua e di là, Giancarlo Politi Editore, 2011).
Dallo scorrere continuo di immagini, e prima ancora di azioni, vengono alla luce le tele di Iva Lulashi, che partono da tracce trovate, ad esempio fotogrammi televisivi o cinematografici, per riflettere sul linguaggio visivo di una storia albanese mai consapevolmente vissuta dall’artista.
“La frase di Schifano, che non conoscevo prima - dichiara Iva -, fa parte degli stralci letterari scambiati in una chat tra me, Cristina Masturzo e Antonio Grulli. Oltre a trovarla molto efficace, mi ha interessato il legame tra la materia pittorica e i verbi “colare” e “scorrere” usati in quella missiva da Mario Schifano, che descrive la passione come un fluido. La sensualità del gesto pittorico è un tutt’uno con il contenuto del mio lavoro, perciò ho trovato perfetto questo riferimento”.
Del resto la pittura, e in particolare quella di Iva Lulashi, “è forse oggi l'ultimo spazio di incontro erotico ancora possibile”, scrive Antonio Grulli nel suotesto, che confluirà successivamente nel catalogo della mostra. Non solo: in questo momento il gesto pittorico resta uno dei pochi spazi di resistenza, concordano Masturzo e Grulli. “Viviamo giorni e mesi in cui la prossimità fisica, la vicinanza delle pelli, anche quando non è vietata, viene vista nuovamente, forse per la prima volta dopo molti decenni, come qualcosa di egoistico e immorale, di dannoso per il corpo sociale”, riscontra il critico; la pittura diviene dunque un antidoto a questo vivere asettico, “una pelle in cui incontrarsi e toccarsi”.
Osservare le tele di Iva Lulashi, che avvolgono lo spettatore con un’accogliente palette pastello, coinvolge i sensi in un sottile piacere voyeuristico, riservato dall’artista soprattutto al punto di vista femminile, un piacere che ha il sapore della libertà e di una “contro-rappresentazione del desiderio”, secondo la definizione di Cristina Masturzo.
“Con una netta fascinazione per l'immagine e l'immaginario erotico - scrive Masturzo- la tela diventa luogo di resistenza, rivendicazione, impoteramento”. E ancora, prosegue la critica, “la pittura di Iva Lulashi, così densamente abitata da corpi, da un erotismo a volte soffuso e altre spregiudicato, scardina il dispositivo dello sguardo patriarcale e investe il desiderio di un potere trasformativo”.
Dipingere dunque, in particolare nella produzione recente di Iva Lulashi, sfugge alle consuete interazioni tra oggetto e soggetto dell’immaginario erotico. La pittura, anzi, cola sopra liberamente a tali consuetudini, vi sovrappone una realtà mutata e mutevole, che asseconda soltanto la logica del godimento, della passionalità bruciante ed esplicita, a cui è -certifica Schifano- pressoché inutile resistere.