I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra.
I don't know. Let's see!
Edson Luli
Prometeo Gallery è lieta di annunciare “I don't know. Let's see!“ la prima mostra online dell'artista Edson Luli (Shkoder, Albania, 1989).
La mostra sarà visitabile dal 16 aprile al 3 maggio cliccando sul seguente link: I don't know. Let's see!
Nella nostra società iper-moderna, che culmina con l’informatizzazione della vita, il sistema sociale interviene in maniera sempre più massiccia e pervasiva nei processi della tradizione culturale e dell’integrazione. Di fatto, viviamo oggi in una condizione di massa crescente di conoscenze che sono accelerate nella loro acquisizione e rimozione, senza un effettivo radicamento socio-culturale.
Come possiamo dunque essere consapevoli del processo temporale in cui nascono percezioni, astrazioni, concetti e modelli mentali? Sapere può essere una questione di tempismo.
Come possiamo valutare la nostra vita interiore? Di cosa si tratta? Come ci comportiamo? Gli standard delle valutazioni, che valgono per tutte le scienze come per tutti i nostri affari, sono la prevedibilità e la sperimentazione.
Alcuni di questi standard non possono essere evitati: siamo nati in un insieme di valori. Ecco perché disponiamo di un insieme di conoscenze di cui siamo consapevoli e che siamo in grado di comprendere, che abbiamo ricevuto dalla società e che usiamo quotidianamente. Il problema dell'educazione è un problema su cui ci siamo ingannati fin dagli esordi dell'umanità. Dal momento in cui nasce un bambino viene educato. I fattori neuro-semantici sono all'opera, e in particolare le reazioni neuro-linguistiche in quanto gli ambienti umani sono quelli verbali. Ed è in questi ambienti che assumiamo anche un altro insieme di conoscenze di cui siamo consapevoli pur senza comprenderle. L’organismo, che impara come un insieme, sa che l’ignoranza va bene, ma la falsa conoscenza lo rende infelice. E poi, forse paradossalmente, ciò che noi chiamiamo universo, così come le ragioni che noi avanziamo in risposta all’esistenza e alla non esistenza di ogni cosa, è un insieme di idee così astratte da non essere percepibili.
Del resto la prevedibilità implica fattori di sanità mentale. Ci salva dallo shock della sorpresa. E niente è più difficile che scoprire l’ovvio. Ecco perché finiamo per affidarci a quell’insieme di fattori che esistono come cause e che possono avere una molteplicità di effetti, che a loro volta diventano nuove cause, da cui emerge - quasi inevitabilmente - un ambiente immensamente complesso in cui l’ordine naturale, che si basa su relazioni asimmetriche, pervade e alimenta la dimensione socio-culturale. Il sistema nervoso è il risultato dell'impatto dell’ambiente.
La nostra esistenza sembra potersi intendere come un universo infinito di influenze dove tutto, intorno a noi, è stato progettato per distrarci dai problemi reali. È come se la cultura della società contemporanea avesse creato la necessità di cercare sempre un senso, un significato, un valore da aggiungere a tutto ciò che appare davanti ai nostri sensi. Ecco perché il linguaggio ci si offre come un mezzo orientativo. Così possiamo distinguere le parole dai rumori. E possiamo usare le parole come simboli, non come segnali. Rischiamo di saltare per aria anche a causa di parole che non ci piacciono, perché abbiamo reazioni simboliche per ogni affare che ci riguardi.
È possibile ripulire i nostri casini umani con metodo scientifico? Questa è una questione di indagine sui fatti, non di speculazione. Dio perdona i nostri peccati, ma il nostro sistema nervoso no.