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Di creste in ventri
Giuseppe Buzzotta
Prometeo Gallery è lieta di annunciare “Di creste in ventri“ la prima mostra, totalmente in versione digitale, dell'artista Giuseppe Buzzotta (Palermo, 1983).
Prometeo Gallery è lieta di annunciare “Di creste in ventri“ la prima mostra, totalmente in versione digitale, dell'artista Giuseppe Buzzotta (Palermo, 1983).
La mostra sarà visibile dal 16 Aprile al 4 Maggio cliccando sul seguente link: Di creste in ventri
Sei mesi fa circa scrissi in una sera quello che, attualissimo, vale per oggi e che non posso esimermi dal pubblicarlo ora:
La luce e il colore stesso, che ne è una manifestazione individuata, nella loro attività micro visibile raggiungono punti alti di attività vibrazionale, che li caratterizzano e li rendono manifesti all'occhio; graficamente questi punti corrispondono alla cime di un onda. Come in un qualsiasi grafico in cui si racconta l’andamento di un fenomeno, possiamo distinguere in creste e ventri, in onde e vuoti e parti concave e convesse la storia e la statistica di una forza in atto. Creste e ventri partecipano anche dell’anatomia della forma animale, del corporeo.
Provando a liberare dalla statistica la condizione umana, ho reinventato queste curve, parabole, onde, libere di muoversi fuori dai grafici cartesiani di rappresentazione, per ri-entrare a pieno diritto, nel mondo delle idee/cause dal quale tutto proviene, in primis proprio la speculazione geometrica e matematica, come ci insegna Pitagora e con lui ricercatori recenti all'avanguardia. Questi disegni di movimenti nello spazio, a tratti diventano simboli di paesaggio, poi frammenti di architettura barocca, poi tornano più vicini alla dimensione anatomica umana, corrono e giocano e sono immortalati come in una fotografia, un attimo prima di essere altro. Ma davvero sono altro ed esistono in questa forma di dipinti, solo nel momento in cui li osserviamo.
Allo stesso modo in cui ogni vita umana esiste, ogni vita animale, diviene cresta nell’attimo in cui si manifesta (nel punto più alto del suo manifestarsi agli altri), e ventre quando torna all’utero fertile delle cause: come una sorta di realtà ignota ma al tempo stesso manifesta e generatrice dell’unità-cosmo.
Oggi aggiungo che scrittura e disegno coincidono sempre, sono istanze primarie del linguaggio visibile.
Nel palinsesto dei graffiti, le sovrascritture, incise e dipinte sulle pareti delle grotte dell’Europa paleolitica, ci mostrano questo processo in atto, portato avanti per una lunga catena di generazioni. L’idea di un corpo di lavori ad acquerello, dal titolo Palinsesto Paleolitico, nasce dall’idea di generare simboli e immagini vuoti di senso definito, ma pregni della cultura del tempo, impenetrabili ma non per questo non comprensibili. Alfabeti del cielo e della terra, è invece il motivo che guida i dipinti ad olio. É anche un mezzo, per apprezzare e rivalutare il visibile ed il suono.
La coesistenza dell’immagine e delle cose; il gesto, l’articolazione della mano, dell’occhio e della mente, ci permettono di prendere in prestito dalla pittura e dalla scrittura, le coordinate per fare emergere un Corpo espositivo.
Giuseppe Buzzotta