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CRAZY GOD
Yvonne De Rosa
26 Febbraio – 26 Marzo, 2009
Opening: Giovedì 26 Febbraio 2009, ore 19.00
Prometeogallery di Ida Pisani, Via Ventura 3, Milano
A cura di Alessandra Masolini
La Prometeogallery di Ida Pisani è lieta di annunciare l’apertura della mostra fotografica Crazy God di Yvonne De Rosa, tratta dall’omonimo progetto editoriale Damiani e presentata a cura di Alessandra Masolini lo scorso dicembre al museo PAN, Palazzo delle Arti Napoli.
Crazy God nasce dall’attività di volontariato dell’artista, all’inizio degli anni ’90, nella sede di un vecchio ospedale psichiatrico italiano. A distanza di sei anni dalla chiusura della struttura sanitaria, De Rosa è ritornata fra le stanze e i corridoi fatiscenti dell’antico edificio per documentare il vuoto lasciato dai degenti. La ricognizione ha dato origine ad uno studio sensibile e toccante dei pazienti di un tempo, condotto unicamente attraverso i ritratti degli oggetti abbandonati e delle scritte liberamente tracciate sui muri. Pensieri, appunti e testimonianze di sofferenza che nel forte degrado registrato dall’obiettivo sembrano assumere un significato recondito, quasi divinatorio.
Il progetto Crazy God, presentato per la prima volta alla Photographers’ Gallery di Londra nel 2007, ha ricevuto il primo premio agli International Photography Awards 2008 della Lucie Foundation, cinque menzioni d’onore e un riconoscimento dalla World Health Organization. Nello stesso anno ha vinto uno dei premi Flash Forward, istituiti dalla Magenta Foundation’s Emerging Photographers di Toronto.
Yvonne De Rosa, nata a Napoli nel 1975, vive e lavora a Londra dove si è diplomata in fotografia presso il Central Saint Martins College for Art and Design. Le sue opere fanno ormai parte di numerose collezioni europee, pubbliche e private.
Hanno scritto di Crazy God: Diana Gianquitto, Exibart “Ecco una mostra che parla alla coscienza relazionale e sociale, e non solo al nervo ottico e alla ratio. L’arte che nasce da un reale itinerario esistenziale non può che aprire concreti luoghi di profondità” – Marianna Rizzini, Il Foglio “sembra di rivedere la faccia di Jack Nicholson in “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, il film di Milos Forman in cui pazzia e normalità diventano indistinguibili, sovrapponibili, intercambiabili, e tu guardi lo schermo e finisci per chiederti se pazzi non siano quelli che la pazzia vogliono imbrigliarla, negarla, cancellarla” – Alessandra Giordano, Il Roma “scatti emozionanti e straordinari, come un romanzo allucinante scritto sui muri scrostati di un manicomio”.