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BETWEEN FACTS AND POLITICS
Vangelis Vlahos
16 Dicembre, 2008 – 28 Gennaio, 2009
Opening: Martedì 16 Dicembre 2008 ore 19.00
Prometeogallery di Ida Pisani, Via Ventura 3, Milano
A cura di Marco Scotini
La Prometeogallery di Ida Pisani è lieta di annunciare l’apertura della mostra Between Facts and Politics di uno degli artisti greci più riconosciuti come Vangelis Vlahos. In occasione della sua seconda presentazione italiana, Vlahos ha allestito presso gli spazi della galleria milanese una ricca selezione delle sue opere recenti e per lo più inedite.
Noto internazionalmente per suoi lavori sugli archivi di storia sociale, sul valore simbolico dell’architettura e sulla memoria collettiva, Vangelis Vlahos presenta a Milano un ampio lavoro di 22 quadri/teche che ordinano materiale fotografico e ritagli di giornale relativi a un anno circa della storia greca e il cui titolo è 1981 (Allagi). Tanto quest’opera quanto l’altra presente in mostra e che è una sequenza di 42 fotografie sotto vetro, Images to influence the reading of Greece’s interests in Eastern Europe and the Balkans today, traggono i loro documenti originali dall’archivio del giornale greco Eleftheros Cosmos (Mondo Libero) che era l’organo ufficiale del regime dei Colonnelli. Ancora all’influenza del ruolo attuale della Grecia nei Balcani è dedicato l’ultimo lavoro costituito da due modelli architettonici in scala, The National Bank of Greece (NBG) 1961-2006.
Le rovine che Vangelis Vlahos porta alla luce non sono proprio quelle “classiche”. Anche se spesso sono frammenti di architettura urbana i reperti che emergono dal suo scavo.
L’impressione immediata è che il rapporto tra incolumità e vulnerabilità del potere sia al centro dei progetti di Vangelis Vlahos, indipendentemente da quale tipo di potere (militare, politico, economico, etc. ) sia di turno ogni volta. Anzi proprio i passaggi temporali significativi e i momenti di trasformazione, come la caduta della giunta militare greca o il crollo del muro di Berlino, sono quelli maggiormente in grado di rivelare la tenuta o la fragilità del potere dietro le forme con cui esso si rivela o si nasconde..
Tuttavia, quello che i lavori di Vlahos mettono in scena è comunque una rappresentazione del potere colta sempre però nel momento in cui ne viene minacciata o scalfita la presunta integrità. Gli incidenti politici traumatici che mettono a rischio o sfidano il potere vi acquistano lo stesso significato degli obiettivi non raggiunti da esso, dei progetti irrealizzati o delle rovine di una realtà venuta meno prima del suo definitivo compimento. Da un lato, nel lavoro di Vlahos, incontriamo il modello in scala 1:150 dell’ambasciata americana ad Atene realizzata alla fine degli anni Cinquanta su progetto di Walter Gropius. Questo modello in cartone è rappresentato perfettamente intatto accanto ad un filo metallico curvato che riproduce la traiettoria compiuta dal razzo destinato a colpire l’edificio ma caduto fuori della sede diplomatica. Dall’altro lato invece incontriamo un modello in scala della Torre del Pireo: un edificio di 25 piani commissionato per il porto più importante della Grecia come monumentale centro affari e commercio dalla giunta militare ma mai completato prima della caduta del regime dei colonnelli nel 1974 e dunque un’utopia fallita .
Ma questa rappresentazione del potere acquista pienamente senso nel lavoro di Vangelis Vlahos solo se è messa a confronto con un altro principio di autorità che è quello fondamentale della storia, di quella formazione discorsiva che chiamiamo “storia”. E qui tutta l’importanza dell’opera di Vlahos emerge interamente nel momento in cui ciò che viene messo sotto inchiesta non sono tanto i fatti e i dati del potere come tali ma il sapere che essi definiscono, l’influenza che esercitano. I modi, in sostanza, attraverso cui tali dati vengono registrati, accumulati. Le strategie con cui essi costruiscono una memoria o definiscono una rimozione storica, una amnesia permanente o temporanea.
La mostra è accompagnata da un catalogo realizzato per l’occasione da prometeogallery di Ida Pisani, con testi di Marco Scotini e Aristide Antonas.
L’opera di Vangelis Vlahos (Atene, Grecia/1971) è conosciuta a livello internazionale. Significative sono state le sue partecipazioni alla Biennale di Praga (2007), alla Biennale di San Paolo (2006), alla Biennale di Berlino (2004) e a Manifesta 5 (San Sebastian, 2004).